Questo è il quesito che i progettisti di macchine si pongono, al quale noi oggi possiamo dare una risposta.
Da quando è iniziata la crisi, nel 2008, un’azienda su cinque ha puntato sulla green economy, a distanza di qualche anno è chiaro che la scelta sia stata vincente.
Dal 2008 a oggi sono circa 340.000 le aziende italiane che hanno investito in tecnologie ecosostenibili per ridurre l’impatto ambientale, contenere le emissioni di CO2 e risparmiare energia.
In termini di percentuali sono il 22% delle industrie ad aver mosso i passi verso queste iniziative, percentuale che sale al 33% nel settore manifatturiero. Questo ha portato ben 101 miliardi di valore aggiunto alla nostra economia.
Tra le soluzioni intelligenti che si possono adottare una si chiama “Condition Monitoring”, analizzando i dati di mercato si colgono tutte le potenzialità di queste nuove tecnologie.
Un rapporto di 293 pagine di marketsandmarkets.com afferma che il mercato globale del “Condition Monitoring” è valutato 2,6 miliardi di dollari nel 2021, con una crescita prevista fino a 3,6 miliardi nei prossimi 5 anni e un enorme CAGR (tasso di crescita annuale composto) del 7,1% annuo.
Anche se il Condition Monitoring è un concetto ampio, in questo articolo mi concentrerò su una singola applicazione, ovvero la pneumatica.
Benefici del Monitoring Control nella pneumatica
Esiste un’ampia letteratura sui benefici e i vantaggi competitivi del Monitoring Control applicato alla Pneumatica e molti fornitori lo presentano in modo molto interessante, con obiettivi misurabili:
- Riduzione del 30% dei costi di manutenzione
- 25% di miglioramento dell’efficienza
- Riduzione del 25% dei tempi di fermo
- 100 milioni di dollari risparmiati grazie alla manutenzione preventiva
A dire il vero, nella mia esperienza di ingegnere i benefici sono molto più concreti di quelli sopra elencati.
I produttori di macchinari stanno affrontando una nuova sfida e una nuova categoria di posizionamento sta creando una grande opportunità per gli imprenditori visionari, che accetteranno la sfida e diventeranno ambasciatori della nuova era.
Caratteristiche e dati sono importanti, ma la visione dovrebbe essere molto più lungimirante.
Pensi che i consumatori acquistino iPhone per le loro funzionalità o per la visione di Apple di sviluppare lo smartphone più creativo ed efficiente?
Poiché i consumatori non acquistano iPhone per le loro funzionalità, gli imprenditori dovrebbero adottare questo nuovo approccio per evitare di diventare una commodity nel lungo termine.
Le implicazioni di un’idea mutevole non dovrebbero però essere sottovalutate.
Non puoi andare all-in, ma non puoi nemmeno sederti in disparte per consentire ad altri di implementare e testare questo approccio, permettendogli di guadagnare terreno.
Il cambiamento che ci travolgerà: Transizione Energetica
La rivoluzione della transizione energetica travolgerà tutti i fornitori di macchine e, seguendo il consiglio di Darwin, non ci sarà altra scelta: adattarsi o morire.
Cos’è esattamente il New Green Deal?
Nel 2014 la Commissione Juncker definì gli accordi di Parigi, affermando che: “Costituire un’Unione forte dal punto di vista energetico e con una politica climatica ed energetica lungimirante è stata una delle priorità politiche”
Questo significa, per esempio, che entro il 2035 tutti i veicoli su strada dovranno essere elettrici.
Volvo Cars Global sembra spingere al massimo sul suo piano di diventare totalmente a produzione di veicoli elettrici entro il 2030.
Volvo è un’eccezione in questo, infatti le statistiche prevedono che solo il 7% dei veicoli negli U.S.A. saranno totalmente elettrici entro il 2030; circa 19 milioni su un totale di 259 milioni di veicoli (auto e piccoli camion o furgoni).
Tutti gli altri grandi Brand automobilistici stanno creando estensioni di linea di prodotto per offrire nuovi veicoli elettrici al nuovo segmento di mercato, violando una delle più grandi regole del posizionamento di mercato.
Il futuro è dei nuovi Brand, solo elettrici, come Tesla, che già vendono 500.000+ veicoli elettrici all’anno, senza investire 1 centesimo in pubblicità; infatti i Media pubblicizzano gratuitamente gratuitamente il Brand, così come fanno per Cupra e Fisker.
Detto in parole semplici: adattare la tua azienda alle nuove regole di efficientamento energetico, con la conseguenza, in caso di mancato adattamento, di dover pagare delle tasse aggiuntive su ogni prodotto. In questo modo non saresti più competitivo e il mercato ti vedrebbe come il “Cattivo Ragazzo” che vende macchine che sprecano energia.
Torniamo all’esempio del mercato delle auto e chiariamo questo aspetto: significherebbe che ogni conducente di auto Europeo dovrà necessariamente avere una macchina elettrica se vorrà continuare a circolare su strada.
Cosa faranno dunque i conducenti?
Personalmente aspetterò qualche anno che la tecnologia si sviluppi e dopo effettuerò il cambio, così mi sentirò più sicuro sull’affidabilità delle auto elettriche.
Questo approccio è molto diffuso e tenderà a creare una bolla: negli anni a venire i produttori di macchine elettriche non noteranno un’enorme crescita nella quantità di auto elettriche vendute; finché un giorno il mercato si adatterà a questo nuovo prodotto e le auto con motore a scoppio diventeranno una nicchia per gli amatori.
Aziende state pronte!
Il commissario per l’Azione per il clima e l’energia Miguel Arias Cañete afferma che l’obiettivo del 2035 è solo intermedio, poiché entro il 2050 gli obiettivi saranno ancora più ambiziosi:
“Abbiamo mobilitato livelli record di investimenti in energia pulita in Europa, abbiamo mediato l’accordo di Parigi e ne abbiamo avviato la rapida entrata in vigore, abbiamo ulteriormente integrato il mercato energetico europeo e abbiamo fissato una visione a lungo termine per un’Europa climaticamente neutra entro il 2050″.
Domanda crescente di tecnologia a basso consumo energetico
Le aziende più avanzate hanno già individuato le opportunità del green deal e stanno avviando programmi per adattare le macchine posizionandole come innovative.
Non tutte le compagnie però sono uguali: ci sono i visionari e i ritardatari, questa divisione determinerà chi nei prossimi 5 anni fiorirà e chi rimarrà fermo sulla linea di partenza, aspettando troppo per partire ad adattarsi alla “Rivoluzione Verde”.
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Lo stesso sta succedendo ai costruttori di auto: diventare elettriche o sparire entro il 2035.
Sfortunatamente, la maggior parte dei costruttori di macchine non sono a conoscenza dei grossi rischi che si corrono se non ci si adatta velocemente e aspettano che la maggior parte del mercato cambi le proprie politiche.
Gli investimenti crescenti nell’efficientamento energetico, infatti, guideranno il mercato a crescere del 26,7%.
Il mercato si sta evolvendo più velocemente dei costruttori di macchine: la domanda crescente di tecnologia a basso consumo energetico diventerà esponenziale e solo i “first movers” avranno un vantaggio da questi accordi (Green Deal).
Qualsiasi azienda che desideri continuare a fornire macchine nel mercato europeo e globale deve adattarsi o morire.
Ogni giorno il timer scorre avanti e il tempo disponibile è sempre meno.
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