Scopri le 5 caratteristiche che potrebbero esserti sfuggite e che ti aiuteranno a capire se sei in regola con la legge.
La direttiva macchine è una normativa complessa soggetta a continui aggiornamenti da parte del parlamento Europeo.
Ma cosa si intende di preciso quando parliamo di Direttiva Macchine?
Per citare Wikipedia “La Direttiva Macchine è una direttiva europea che si applica a macchine fisse, mobili, trasportabili e di sollevamento/spostamento, anche se alcune macchine restano però escluse dal campo d’applicazione di tale direttiva”.
E’ composta da un “insieme di regole per la produzione delle macchine e dal punto di vista amministrativo un insieme di adempimenti burocratici da soddisfare al momento della loro commercializzazione per essere immessa nel mercato europeo.
La Direttiva Macchine ha l’obiettivo principale di tutelare la sicurezza dei lavoratori che operano a contatto con le macchine e di conseguenza quella dei consumatori che vengono a contatto con i prodotti realizzati.
Attenersi a quanto riportato dalla Direttiva Macchine non significa solo adempiere ad un obbligo per scampare a eventuali sanzioni, ma significa soprattutto operare in maniera responsabile e nel rispetto della qualità.
Ci sono zone dove le macchine vengono realizzate senza il rispetto delle più basilari norme di sicurezza, grazie alla Direttiva Macchina abbiamo potuto uniformare ed escludere ciò che non rispetta le direttive etichettandolo “fuorilegge”.
A seguito dei grossi cambiamenti tecnologici e commerciali avvenuti negli ultimi 20 anni e al significativo aumento del numero di macchinari venduti nel mercato UE, provenienti da paesi extracomunitari, il Parlamento Europeo ha sentito la necessità di regolarizzare in maniera uniforme tutti i macchinari in circolazione.
Il Parlamento Europeo non si è limitato a dire come intervenire correttamente sulle macchine ma ha identificato anche le esclusioni di alcune macchine dall’ambito di applicazione della Direttiva e ha incluso nuove categorie all’elenco già esistente dettando nuovi criteri minimi e adeguandoli a quelli riportati nelle altre direttive.
Quando la macchina è realizzata secondo la normativa, questa viene marcata CE.
La marcatura CE delle macchine è una procedura obbligatoria e deve essere eseguita dal fabbricante della macchina, il quale dichiara, per mezzo della dichiarazione di conformità, che il suo prodotto è conforme ai requisiti di sicurezza e salute previsti da questa direttiva.
La normativa fa riferimento alle macchine, ma in commercio esistono anche le quasi-macchine. Molto spesso è difficile capirne bene le differenze.
Se sei del settore sicuramente lo sai, ma se non lo sei è bene fare una ripassata.
MACCHINE
Per macchine si intende una “macchina che lavora in maniera indipendente”, generalmente formata da una serie di componenti collegati tra loro, dotati di azionatori e circuiti di comando con l’obiettivo di compiere una precisa azione grazie a forze di diversa natura.
QUASI MACCHINE
Le quasi-macchine, invece, sono insiemi che costituiscono quasi una macchina, ma che, da soli, non sono in grado di garantire un’applicazione definita.
In parole povere: una macchina che ha bisogno di essere assemblata ad altre macchine o quasi-macchine per svolgere la sua funzione.
Per le quasi macchine, la direttiva prevede che vengano indicati i requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute. Si tratta però di una parziale dichiarazione di conformità perché, non essendo una macchina completa, una quasi macchina non può adottare tutte le misure di protezione necessarie a garantire un utilizzo sicuro perché queste misure dovranno essere adottate nell’insieme di cui la quasi-macchina entrerà a far parte.
Nella progettazione di una quasi-macchina, a differenza di una macchina, il progettista è libero di decidere fino a che punto rispettare la direttiva (nel regolamento si usano i termini “applicati” e “applicabili”) lasciando a colui che integrerà la quasi-macchina, l’onere di completare le misure di protezione che renderanno la macchina nel suo complesso, conforme ai requisiti della Direttiva.
Le macchine, come già detto, devono essere fornite di Dichiarazione CE di conformità, mentre la parte B dell’allegato II della Direttiva 2006/42/CE prevede che le quasi-macchine siano fornite di una Dichiarazione di Incorporazione.
Con questo documento, il fabbricante dichiara autonomamente che il suo prodotto, la quasi-macchina è conforme.
I produttori di macchinari e i datori di lavoro hanno delle responsabilità precise nei confronti della Direttiva Macchine. In caso di inadempienza le sanzioni possono essere molto severe e portare fino all’arresto.
Naturalmente i produttori di macchine e quasi-macchine, devono garantire la massima sicurezza e qualità dei prodotti che realizzano ma, oltre ai produttori, un ruolo importante lo gioca anche un’altra figura all’interno dell’azienda: il Datore di Lavoro.
Il Datore di Lavoro con la Direttiva Macchine garantisce ai suoi dipendenti e ai suoi clienti, il rispetto della sicurezza e della qualità della sua produzione.
Nel caso in cui non vengano rispettati i requisiti minimi richiesti dal testo unico di sicurezza, sono previste sanzioni come multe fino ad arrivare all’arresto sia per il fabbricante che per il datore di lavoro.
La principale correlazione tra il Principio di Integrazione e la Direttiva Macchine sta nelle regole scritte per garantire sicurezza e qualità.
La Direttiva Macchine si basa sul Principio di Integrazione.
Il Principio di Integrazione è composto da una lista di regole che, se applicate, rendono la macchina conforme ai requisiti essenziali di salute e sicurezza (R.E.S.S.) previsti appunto dalla Direttiva Macchine.
Le regole sono raggruppate in 4 grandi gruppi:
- L’eliminazione dei rischi in fase progettuale;
- L’adozione di protezioni o dispositivi di sicurezza;
- L’evidenziazione dei rischi residui non eliminabili nelle istruzioni;
- Sviluppo di regole per l’utilizzo del macchinario.
Basandosi su questi gruppi sono state emanate nel tempo una serie di Direttive Macchine che interessarono “la produzione, la commercializzazione delle macchine e la responsabilità dei vari soggetti coinvolti nelle attività lavorative ai fini della prevenzione infortuni”.
Una macchina, per essere immessa sul mercato dell’UE, deve:
- Risultare sicura nel rispetto dei Requisiti essenziali di sicurezza (R.E.S.S), con analisi rischi e conseguente applicazione di norme tecniche
- Essere costruita sulla base di un progetto tecnico disponibile in caso di contestazione più comunemente chiamato Fascicolo Tecnico
- Essere facilmente riconoscibile mediante la targa del costruttore e marcatura CE
- Essere accompagnata da un libretto comunemente chiamato manuale di istruzioni per l’uso e la manutenzione
- Essere garantita da una assunzione di responsabilità da parte del fabbricante comunemente chiamata dichiarazione di conformità
Rispettando questa lista, la macchina sarà ritenuta idonea e conforme al mercato UE e potrà essere commercializzata e utilizzata in assoluta sicurezza.
I cilindri pneumatici e i loro accessori, rientrano nella Direttiva Macchine? No, non si tratta infatti né di macchine né di quasi macchine. Ma anche per i cilindri esiste una normativa ben precisa.
I cilindri non rientrano nel campo di applicazione della Direttiva 2006/42/CE.
Tutti i nostri componenti pneumatici sono realizzati in conformità alle prescrizioni della norma ISO 1141 “pneumatica – Regole generali e requisiti di sicurezza per i sistemi e i loro componenti”.
Non è prevista una marcatura CE, ma sono provvisti di un manuale d’istruzioni d’uso e manutenzione.
Ai costruttori di macchine siamo soliti fornire la documentazione relativa ai nostri cilindri che potranno andare a includere all’interno del loro manuale di istruzioni per l’uso e la manutenzione.
Leggi la nostra dichiarazione ufficiale: